19 SETTEMBRE 2019
Chiudete gli occhi, per un momento. Immaginate di trovarvi circondati da oltre 5000 volumi. In silenzio, potete immaginare le conoscenze, le lingue, le tradizioni di popoli e religioni, usi e costumi, paure e speranze dell’umanità. Se ogni libro potesse parlare, diventerebbe la colonna sonora della storia dell’umanità.
Benvenuti a nell’isola di Lesbo, una perla di fronte alle coste dell’Anatolia. Mitilene, la sua capitale, venne fondata nell’11° secolo A.C. La storia del Mediterraneo, dell’umanità, è passata tra le sue vie e le sue mura. In quest’isola che parla di tutti noi, c’è il monastero di Saint Ignatios Agallianos, fondato nel 1526. E’ conosciuto anche come il monastero di Limonos, nei pressi della città di Kalloni, in una fertile pianura dove i monaci procuravano il loro sostentamento.
Romani, Bizantini, Ottomani, lo stato greco e i conflitti mondiali. Il monastero ha tenuto aperte e chiuse le sue porte allo stesso tempo, resistendo ai venti della storia e non perdendo mai di vista il senso dell’umanità: lo scambio tra culture ed idee.
Oggi il monastero convive con il fascino di una storia millenaria, che con i poeti greci come Alceo e Saffo, con il filosofo Pittaco e il citarista Arione, che come da tradizione millenaria raccontava, cantando in poesia storie di uomini e donne importanti, che hanno fatto la storia, ma anche quelle di uomini e donne comuni, viaggiatori e migranti, che in fuga da una guerra o in viaggio per affari, portando in giro per il mondo culture e tradizioni.
Oggi, come ieri, Lesbo, è un crocevia di vita, idee, persone. La vita della popolazione locale, i visitatori di tutto il mondo, ma anche le vite di Moria, un piccolo villaggio nell’area suburbana di Mitilene, con il suo antico acquedotto romano; il villaggio appare per la prima volta in un registro fiscale ottomano in 1548.
E dal mare, nella storia, sono arrivate le culture e le idee, i fuggiaschi e visitatori, ma a volte anche dei pericoli. La sicurezza del villaggio dalle incursioni dei pirati era garantita dall’esistenza delle torri, molte delle quali sono state conservato fino ad oggi, appena prima dell’ingresso del villaggio. A un esempio speciale di queste torri è la Torre Kourtzis, che allertava la popolazione in caso di invasione.
Oggi, a Moria, sono tante le persone in fuga che vengono accolte, ma la situazione non è facile. La storia insegna che quest’isola, questa comunità, è da sempre un territorio di transito, ma va lasciata sola. Il rischio è che si confondono i pericoli con le opportunità e quando questo accade, a volte, si vedono come nemici e invasori persone che non lo sono.
Ma il monastero di Saint Ignatios Agallianos, risorto nello stesso periodo della fondazione di Moria, ricorda a tutti noi che veniamo tutti da un viaggio, dove ognuno ha portato con sé una cultura, una lingua, un sogno. Quei 5000 libri ci ricordano che, nel tempo, ogni storia verrà ricordata e raccontata in un modo o in un altro, ma non ci sarebbe nessuna storia senza un viaggio.
di Christian Elia