24 MARZO 2021
Chiusa una casa occupata da volontari che accolgono migranti dal 2018
Ieri mattina, all’alba, è iniziato lo sgombero della Casa cantoniera alle porte di Oulx, in Val di Susa, in Piemonte, lungo la statale 24. Dal 2018, attivisti italiani e francesi avevo preso possesso di un vecchio e cadente edificio abbandonato, che in passato serviva alla gestione della manutenzione delle strade locali.
Dopo anni di lavori per rimetterla in sesto, fin dall’inizio, era diventata un punto di riferimento per i migranti in cammino lungo la rotta migratoria tra Italia e Francia che, negli anni, da Bardonecchia prima e Ventimiglia poi, con l’inasprirsi dei controlli, si è spostata verso Oulx e le Alpi.
Dal 2017 si calcola che siano state più di 11mila persone a passare il confine italo-francese. Con grandi rischi: facile perdersi, in un luogo sconosciuto, facile finire in ipotermia d’inverno.
Alla stazione di Oulx arrivano, in treno, famiglie e singoli migranti che, negli ultimi mesi, provengono dalla Rotta Balcanica, della quale Oulx è diventata forse l’ultima tappa. Da qui, in bus, raggiungono la località italiana di Cleviere, al confine con la Francia, da dove a piedi provano a passare dall’altra parte.
La Gendarmeria francese ha molto inasprito i controlli e i respingimenti, anche di donne e bambini. Queste persone in transito, che sono in cammino da anni, trovano a Oulx un riparo per la notte, un pasto caldo, ristoro e aiuto, oltre a una cosa fondamentale: vestiti adeguati per passare su sentieri di montagna che nei mesi più freddi son pericolosi anche per chi conosce a memoria la montagna.
In stretta collaborazione tra i due lati della frontiera, attivisti italiani e francesi, di diversa età ed estrazione sociale, si coordinano per impedire tragedie sulla montagna che pure – in passato – ci sono state.
Alla stazione di Oulx è attivo un rifugio che riesce ad accogliere molte persone, ma chiude alle 10 di mattina, e molte famiglie preferivano sostare nella Casa cantoniera per non essere in strada di nuovo al mattino presto.
I volontari del rifugio e i ragazzi della Casa cantoniera si aiutavano a vicenda, da anni, per aiutare le persone in cammino. Gli stessi volontari del rifugio, con altri attivisti della valle, avevano lanciato una petizione per salvare la Casa cantoniera, che era riuscita a raccogliere oltre 11.200 firme.
Non è bastato per impedire lo sgombero, senza che sia stata proposta un’alternativa valida a quel servizio che assieme agli altri offerti sul territorio, erano diventati necessari per la salute di migliaia di persone che sono transitate e transitano ancora su quella rotta.
Secondo il report di Medici per i Diritti Umani (MEDU), pubblicato a ottobre 2020, tra “settembre 2020 e gennaio 2021 c’è stato il passaggio a Oulx di circa 5mila persone, prevalentemente nuclei familiari con minori e donne anche in stato di gravidanza provenienti dalla rotta Balcanica: dalle 50 alle 100 persone che si sono fermate quotidianamente al rifugio Fraternità Massi e alla casa cantoniera occupata.”
Dove andranno adesso queste persone? Resta il servizio del Rifugio Massi e della Croce Rossa, oltre alle associazioni in Francia, ma è stato colpito un servizio che aveva accolto migliaia di persone, senza che sia stata elaborata una valida alternativa.
di Christian Elia