02 MARZO 2021
L’ultimo rapporto di EuroMed Rights evidenzia come le ONG organizzate dai governi diffondono narrazioni alternative sui diritti umani per sostenere i governi autoritari
Nel suo ultimo rapporto L’ascesa e l’impatto delle ONG organizzate dal governo: un altro strumento di repressione della società civile indipendente, EuroMed Rights – network di 65 associazioni della società civile in 30 paesi – esamina come le ONG organizzate dal governo (o ‘GoNGO’) sostengano il lavoro dei governi autoritari diffondendo narrative alternative sui diritti umani.
Come organizzazioni sostenute dallo stato, le GoNGO spingono gli attori indipendenti della società civile fuori dallo spazio politico, soffocando le voci legittime e diffondendo notizie false.
Secondo i dati elaborati nel rapporto, queste organizzazioni intimidiscono indirettamente gli attori indipendenti della società civile, i difensori dei diritti umani e gli attivisti sindacali, mentre forniscono legittimità in materia di diritti umani a livello internazionale ai governi autoritari che li sostengono.
Con le loro azioni, le GoNGO completano il sistema di leggi restrittive e pratiche di abusi messe in atto dai governi autoritari per restringere lo spazio a disposizione della società civile per organizzarsi e difendere i diritti umani.
Il rapporto di EuroMed Rights si concentra in particolare su alcune delle difficoltà affrontate dagli attivisti in Algeria, Egitto e Turchia.
Il rapporto, per EuroMed Rights, mira a essere “un punto di partenza per un dialogo aperto con le parti interessate e i decisori politici per creare consapevolezza della questione e contrastarla.”
Il rapporto si basa su testimonianze dirette di attivisti indipendenti e sindacalisti nei paesi indagati ed è completato da un’analisi del contesto legislativo repressivo contro l’attivismo della società civile.
In Algeria, la legge 12-06 impone severe restrizioni alle attività della società civile, compreso l’ottenimento dell’autorizzazione delle autorità per la formazione di un’ONG, per ricevere finanziamenti dall’estero e per cooperare con ONG internazionali, stabilendo misure come la sospensione delle attività, lo scioglimento, multe e pene detentive per i suoi attivisti.
Anche in Egitto, la legge 149 mette in atto un sistema di controllo governativo sulla società civile, imponendo restrizioni significative su formazione, finanziamento e portata delle attività consentite, oltre alla cooperazione con entità internazionali, così come la governance interna delle ONG.
La Turchia, che fino a poco tempo fa era in linea con gli standard internazionali, ha adottato una serie di emendamenti nel 2020 che – secondo il rapporto di EuroMed Rights – rappresentano un grande passo indietro per il pieno esercizio della libertà di associazione.
Oltre alle ONG, nei tre casi studio, preoccupano anche le condizioni di azione dei sindacati: l’ambiente per loro rimane restrittivo e ostile in tutti e tre i paesi. In Algeria ed Egitto, la legislazione e la sua attuazione arbitraria pongono grossi ostacoli alla registrazione dei sindacati indipendenti e lo svolgimento delle loro attività senza interferenze da parte del governo, limitando il pluralismo sindacale.
In tutti e tre i paesi, gli attori della società civile e i difensori dei diritti umani sono deliberatamente presi di mira dall’abuso di disposizioni penali formulate in modo vago che rappresentano vere e proprie molestie giudiziarie insieme all’utilizzo dello strumento della detenzione prolungata e arbitraria.
Le accuse usate contro gli attori della società civile sono di natura simile nei tre paesi esaminati e comprendono la diffamazione delle autorità e delle istituzioni pubbliche, l’appartenenza a organizzazioni terroristiche, la propaganda a favore di organizzazioni terroristiche e l’incitamento alla violenza. Infine, l’accusa di diffusione di notizie false è un altro strumento usato costantemente contro gli attori della società civile.
Il rapporto di EuroMed Rights è uno strumento importante per riflettere su quali misure la comunità internazionale debba sostenere verso i paesi di transito e di origine dei flussi migratori per avere un impatto positivo sulle società civili locali, per sostenere una stabilizzazione regionale che, altrimenti, continuerà a produrre ingenti flussi migratori.
di Christian Elia