Lost in Europe

27 APRILE 2021

Un’inchiesta giornalistica internazionale e un numero spaventoso di minori svaniti nel nulla

“Il numero dei bambini scomparsi, in realtà, potrebbe essere molto più alto. Questo può avere conseguenze fatali per i bambini e gli adolescenti, perché possono entrare in situazioni di sfruttamento e dipendenza. Se nessuno sa di questi bambini, nessuno li cerca”.

Con queste parole Verena Keck, dell’organizzazione internazionale per i diritti dei bambini ECPAT, commenta i risultati dell’inchiesta giornalistica Lost in Europe che ha denunciato come tra il 2018 e il 2020 più di 18.000 minori stranieri non accompagnati sono stati registrati in Europa.

Una rete di giornalisti che include The Guardian, l’emittente olandese VPRO e la tedesca RBB, sostiene che 18.292 bambini e adolescenti rifugiati non accompagnati sono scomparsi dall’assistenza statale in tutta Europa nei due anni presi in esame dall’inchiesta. Secondo Verena Keck, la colpa è della mancanza di un sistema uniforme a livello europeo per la registrazione delle persone scomparse.

Secondo gli autori di Lost in Europe, parte del problema risiede nelle gravi lacune che esistono nella raccolta delle statistiche nazionali. Francia, Danimarca e Romania non raccolgono dati, per esempio, mentre la Bulgaria non distingue tra bambini accompagnati e giovani che viaggiano da soli.

La Commissione europea (CE) è consapevole del problema e Ylva Johannson, commissario UE per gli affari interni, dice che la CE ha già segnalato agli stati membri che dovrebbero fare di più per prevenire la scomparsa dei bambini rifugiati, anche attraverso una migliore raccolta di dati.

In Germania, le autorità dicono che la maggior parte dei bambini e dei giovani rifugiati che “scompaiono” provengono dall’Afghanistan, seguito da Marocco e Algeria. Tra il 2018 e il 2020, almeno 7.806 minori non accompagnati sono stati dichiarati scomparsi nel paese. L’ufficio federale tedesco di polizia criminale (BKA) ammette le lacune nei suoi dati.

Holger Hofmann, il direttore federale del Fondo tedesco per l’infanzia, ha definito la qualità delle statistiche tedesche uno “scandalo”. “Per quanto ne sappiamo non ci sono affatto cifre affidabili, nemmeno approssimative, di quanti bambini rifugiati sono interessati da registrazioni multiple o da una raccolta dati imprecisa”, ha detto Hofmann. “Questo tipo di lacune crea ovviamente opportunità per le reti criminali”.

Nell’ottobre 2019, la minaccia delle reti criminali è diventata tragicamente chiara quando 39 migranti vietnamiti, tra cui diversi giovani, sono morti nel retro di un camion che li stava contrabbandando dal Belgio al Regno Unito.

Il gruppo di advocacy Missing Children Europe riferisce che i casi di bambini scomparsi durante la migrazione spesso non sono seguiti o “non ricevono alcuna priorità dalle autorità e dalle forze dell’ordine”. Questo nonostante il fatto che l’agenzia di polizia europea Europol abbia sollevato la preoccupazione che i trafficanti stiano prendendo sempre più di mira i bambini in migrazione, soprattutto se non sono accompagnati, dice Missing Children Europe.

Secondo il gruppo, nel Regno Unito, un bambino trafficato su quattro e un bambino non accompagnato su sei sono dichiarati scomparsi. In Italia, bambini non accompagnati di appena 13 anni sono stati reclutati per lo sfruttamento sessuale e il lavoro forzato.
Esiste una rete gestita da organizzazioni nazionali in 31 paesi in tutta Europa che ha attivato un numero internazionale per le segnalazioni. I bambini e le famiglie che chiamano ricevono un sostegno emotivo, psicologico, sociale, legale e amministrativo gratuito e immediato 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Non sono le associazioni, però, che devono fare questo lavoro da sole. Sono le istituzioni di tutti gli stati europei, secondo tutte le convenzioni internazionali sull’infanzia, che devono occuparsene.

Il lavoro del collettivo di giornalisti Lost in Europe nasce nel 2016, quando Brian Donald, funzionario dell’Europol, aveva denunciato la scomparsa di 10mila minori stranieri ogni anno in Europa. Donald segue da anni i casi di sparizione e ha sollecitato i vari Paesi dell’Unione Europea a lavorare con serietà sui numeri ufficiali dei minori scomparsi.

L’Italia, al momento, è il paese con il più alto numero di minori scomparsi, ma la Danimarca, ad esempio, non segnala i minori che spariscono dai centri, mentre Francia e Gran Bretagna non hanno fornito informazioni adeguate.

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di Christian Elia