I numeri dei flussi migratori non parlano di una crisi. È uno dei dati emersi, pochi giorni fa, in un articolo del New York Times, di Patrick Kingsley, scritto proprio a Lampedusa – Comune capofila di Snapshots from the borders – e pubblicato poco prima del Consiglio europeo, che ha di fatto deciso di non modificare il Regolamento di Dublino.
“Nella remota isola di Lampedusa – il punto più meridionale d’Italia e una volta in prima linea nella crisi – si legge nell’articolo del NYT – il centro di detenzione per migranti è rimasto vuoto per lunghi periodi. È il più tranquillo dal 2011″, ha detto il sindaco dell’isola, Salvatore Martello. “Il numero di arrivi è drammaticamente ridotto”.
Gli attuali numeri degli sbarchi dei migranti sono dunque inferiori a quelli registrati nel 2015. Per quanto concerne l’Italia, nello specifico, si passa da 150mila persone di tre anni fa alle sole 17mila registrate nei primi sei mesi del 2018. Lampedusa ne accolse 21mila nel 2015, 1100 nel 2018.
E lo stesso dicasi per gli altri Paesi Ue. Eppure la paura sembra aumentare e la percezione della realtà è ben diversa.
“Ciò che colpisce – continua Kingsley – è il modo in cui molti leader, in particolare dei partiti di estrema destra, continuano a creare l’impressione che l’Europa sia un continente assediato dai migranti, anche se i numeri dipingono un quadro molto diverso”.
Dalla prospettiva di Lampedusa, chiosa l’autore del reportage, “sembra che il dibattito sembri meno sulle specificità della gestione della migrazione, e di più sull’ampio baratro tra le forze liberali e illiberali in Europa”.
L’articolo integrale è disponibile qui:
https://www.nytimes.com/interactive/2018/06/27/world/europe/europe-migrant-crisis-change.html