10 DICEMBRE 2020
A El Fraile, a Tenerife, una statua celebra la diversità come ricchezza
A prima vista, sembra solo una statua. A prima vista, non capisci subito il suo significato e quello che rappresenta per tante persone. A El Fraile (Arona), cittadina all’estremo sud dell’isola di Tenerife – chiamata la città più africana di Spagna – una statua racconta un mondo intero.
Fondata da migranti dell’isola La Gomera, è stata nel tempo meta di migliaia di persone che arrivavano dalle isole vicine, da altre regioni della Spagna e – negli ultimi decenni – da molti paesi diversi. Questo rende El Fraile, con i suoi 10mila abitanti, la comunità con la più alta diversità culturale e umana delle Isole Canarie.
E la statua? In una delle due piazze principali di El Fraile, anni fa, è stata posta una scultura in omaggio ai migranti. Lo scopo è semplice e umano: ricordare e riconoscere tutti coloro che hanno contribuito a creare questa ricchezza e questa varietà.
Lingue, accenti, vestiti, tradizioni, gastronomia, culture e religioni: ciascuno ha contribuito con la sua storia a rendere questo un posto unico, non solo nelle Isole Canarie. In città convivono circa 80 nazionalità e 10 religioni diverse, quattro abitanti su dieci non sono nati in Spagna. Quasi tutte le religioni e i continenti sono rappresentati in questo quartiere.
Una ricchezza immensa, che qualche volta però, viene raccontata in modo distorto. Questa diversità viene accusata di essere fonte di problemi e di conflitti. Per questo, nel 2013, un gruppo di lavoro ha lavorato coinvolgendo la popolazione locale al progetto “Participación Ciudadana El Fraile”.
Lo scopo del gruppo è contrastare queste narrazioni negative sul multiculturalismo del quartiere.
Questo gruppo di lavoro è stato poi potenziato dal “gruppo di lavoro di Tenerife Osservatorio dell’immigrazione” (OBIT) attraverso la strategia “Juntos en la misma dirección” (Insieme nella stessa direzione) ed è stato sostenuto dal Consiglio dell’isola di Tenerife e dalla Università di La Laguna. Allo stesso tempo, questa iniziativa è stata lanciata da un altro gruppo di lavoro, chiamato”Participación Social” (Partecipazione Sociale) e dal progetto europeo “Puzzled da parte della Policy”, con la collaborazione del Dipartimento per la partecipazione dei cittadini di Arona.
Partecipazione attiva degli attori locali, delle comunità, delle entità sociali e dei cittadini di El Fraile. Il suo obiettivo è quello di promuovere la gestione della diversità culturale attraverso la partecipazione sociale.
Sono iniziate attività come la Preghiera interreligiosa per la pace, il rispetto e la partecipazione, celebrata in sette occasioni, che ha riunito rappresentanti e sostenitori di oltre dieci diverse religioni e credenze. La preghiera è stata riconosciuta dal Consiglio d’Europa o dalla Comunità Islamica di Spagna come un’attività simbolica per mostrare rispetto per le altre comunità, per scambiare tradizioni culturali e per coesistere in una società basata sulla diversità.
Una storia comune, ecco, sarebbe un bel punto di partenza. Le statue, in tante parti del mondo, sono state al centro di processi e conflitti, perché in alcuni casi l’immaginario di una società non teneva conto delle sensibilità degli altri.
Quella di El Fraile, invece, potrebbe essere una statua che racconta il presente e il futuro, invece del passato. Una narrazione che parla del nostro mondo, tra migranti di ieri e di oggi, che rendono le nostre società più ricche e complesse. Ecco perché una statua racconta un mondo intero.
di Christian Elia