Traiskirchen
Austria 48.756 / 16.209“Stefan Grasgruber-Kerl di Südwind ha contattato il sindaco di Traiskirchen, Andreas Babler, e sua moglie Karin Blum, consigliere comunale, per chiedere se la città fosse interessata a partecipare a questo progetto. Ci siamo incontrati a Traiskirchen e ci ha parlato dei piani per costruire una forte alleanza per i rifugiati e le persone colpite dalla migrazione”, racconta Irene Kari, responsabile delle Relazioni pubbliche e sviluppo di progetti del Comune austriaco al confine con la Slovacchia.
“Era interessante per noi sviluppare una rete tra le città di confine, uno scambio e una consapevolezza della situazione in altri paesi e lo sviluppo di una voce comune per sostenere una politica migratoria umana. E potevamo e volevamo imparare: Cosa funziona bene per loro? A quali progetti e iniziative stanno lavorando? Qual è il quadro politico?”, racconta Irene.
“Il nostro primo incontro a Lampedusa, quando ho incontrato i vari rappresentanti delle città e delle ONG del progetto, è stato davvero stimolante: conoscere così tante prospettive diverse e vedere un tale impegno per questa causa vitale ha fatto bene a tutti noi che siamo coinvolti, con ruoli e responsabilità differenti, nel tema delle migrazioni globali”, racconta Irene.
Come si potrebbe raccontare Traiskirchen? “La solidarietà è vissuta a Traiskirchen in molti aspetti. Le dimensioni della città, il sostegno politico e la rete tra gli attori principali permettono un’azione rapida sul territorio. Nel 2015 sono stati lanciati molti progetti e iniziative che esistono ancora oggi”, risponde Irene. “Rispetto alla memoria, il centro di prima accoglienza si trova nella nostra città da 60 anni. Le guerre e le crisi globali si riflettono nel cambiamento dei residenti della casa. Il progetto ha certamente contribuito molto a dare una prospettiva cosciente della storia tumultuosa, soprattutto dell’anno 2015, per conoscere la storia e come le situazioni cambino ma restano necessari luoghi dove accogliere le persone in fuga. Traiskirchen ha il più grande campo profughi in Austria. L’empatia del sindaco Andreas Babler verso la fuga e la migrazione è ben nota e dà all’umanità la massima priorità. Il signor Babler è presente in molte reti internazionali a nome della città ed è un membro fondatore di actNOW, una conferenza annuale sui rifugiati”.
Quali pensi che siano stati gli effetti più interessanti per la città di Traiskirchen dopo la partecipazione al progetto? “Attraverso il progetto, naturalmente, abbiamo trattato l’argomento molto più intensamente di quanto avremmo fatto senza di esso. Nel corso della revisione scientifica, abbiamo potuto riguardare strutturalmente gli interventi degli ultimi anni – racconta Irene – Molti dei volontari facevano parte del progetto e rendendo visibile il loro contributo si è rafforzato lo spirito di squadra tra di loro. Le conoscenze informali dei vari attori sono diventate un bene comune. Nell’ambito del progetto si sono incontrate persone che si conoscevano, ma che non si erano mai incontrate di persona. Molte storie sulle sfide del 2015 e su quelle odierne sono state raccontate e ci hanno mostrato cosa possiamo realizzare insieme e come farlo. Trovo che alla fine il progetto ha funzionato molto bene e ha offerto molti spunti per andare avanti”.